Confartigianato, i piccoli imprenditori del Materano ostacolati da vincoli e zavorre

MATERA – Nei primi 90 giorni del 2019 sono nate in provincia di Matera 71 imprese artigiane ma più del doppio – esattamente 144 – hanno cessato l’attività. Nonostante le piccole imprese continuano a rappresentare il “motore” dell’economia materana gli sforzi dei piccoli imprenditori sono ostacolati da vincoli e zavorre. E’ questa per Rosa Gentile, presidente Confartigianato Matera, una delle indicazioni principali dell’Assemblea annuale nazionale di Confartigianato. Intanto i numeri più significativi: le imprese artigiane in provincia di Matera al 31 marzo scorso sono 3.366 (quelle attive scendono a 3.349) con una maggioranza nel settore delle costruzioni (1.027 di cui 638 specializzate in lavori edili), 469 si occupano di servizi alla persona, 370 operano nel commercio, 778 nel “food” e 135 nello specifico svolgono attività di ristorazione. Quanto a produttività, in 5 anni nelle nostre piccole imprese manifatturiere è aumentata del 18,6%, più del doppio rispetto al contemporaneo +7,3% delle piccole aziende tedesche. Ma la pressione fiscale è sempre il nemico numero uno: nel 2019 il carico fiscale in Italia arriva al 42,4% del Pil, rispetto al 41,3% della media dell’Eurozona. Sulla competitività delle nostre imprese pesa anche il cuneo fiscale sul costo del lavoro dipendente, pari al 47,9%, vale a dire 11,8 punti in più del 36,1% della media Ocse. Siamo tra i peggiori d’Europa – dice Gentile – anche per la tassazione sull’energia che fa pagare alle piccole imprese una bolletta elettrica più cara rispetto alla media europea. Il gap con l’Europa riguarda anche gli investimenti pubblici fissi lordi. In particolare, in dodici mesi le imprese artigiane hanno ricevuto 3,2 miliardi in meno di prestiti. Ritardi anche sul fronte dell’efficienza della pubblica amministrazione: per l’84% degli imprenditori la complessità della burocrazia ostacola l’attività dell’azienda e soltanto il 29% degli italiani si dichiara soddisfatto dei servizi pubblici, contro la media europea del 45%.

 

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di Arturo Giglio