POTENZA – Si sarebbe adoperato per garantire una serie di favori e corsie preferenziali all’avvocato Raffaele De Bonis, arrivando a partecipare alle operazioni di bonifica dello studio professionale del noto legale potentino con l’obiettivo di individuare delle microspie.
Come ampiamente previsto già nello scorso mese di ottobre, quando erano scattati arresti e perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta che gravita intorno alla figura dell’85enne avvocato di Potenza, sono arrivati puntuali gli sviluppi investigativi. Ieri mattina è finito agli arresti domiciliari Claudio Giangrande, assistente giudiziario della Corte d’Appello di Potenza, accusato di favoreggiamento personale e peculato aggravato e continuato di marche da bollo. La figura del funzionario è emersa nel corso delle indagini per corruzione e dossieraggio a carico dell’avvocato De Bonis, dalle quali gli inquirenti hanno avuto modo di ipotizzare un legame molto forte tra i due. L’accusa di favoreggiamento, come detto, riguarda il tentativo dell’avvocato De Bonis di eliminare le “cimici” piazzate dagli inquirenti nel suo studio professionale. Ma non è l’unica contestata a Giangrande: c’è poi un’ipotesi di peculato aggravato e continuato con l’accusa di essersi impossessato di marche da bollo per migliaia di euro (poi ritrovate presso la sua abitazione) che i legali depositavano come per legge presso la cancelleria in cui il funzionario lavorava e di abuso in atti d’ufficio per avere omesso di ritirare le marche da bollo in tutti i procedimenti civili patrocinati dallo studio De Bonis.
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di Fabrizio Di Vito