Matera, turismo al collasso. Rischio buco nei conti

MATERA- C’è anche Matera nell’elenco dei Couni italiani turistici a rischio “buco di bilancio” dovuti ai mancati incassi dell’imposta di soggiorno e/o di sbarco a causa della pandemia.

Sono i dati che emergono da un’indagine del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil sull’applicazione dell’imposta di soggiorno e tassa di sbarco nei Comuni italiani. Sono 1.028 le amministrazione comunali che applicano l’imposta di soggiorno o la tassa di sbarco con un gettito complessivo, nel 2019, di oltre 586 milioni di euro.

In principio fu Roma: correva l’anno 2010, quando fu istituita nella capitale la tassa di soggiorno per ripianare il deficit comunale. Successivamente (nel 2011), spiega Ivana Veronese – segretaria Confederale Uil – fu poi reintrodotta per tutti i Comuni con il decreto legislativo sul fisco municipale. L’introduzione da parte dei Comuni dell’imposta di soggiorno e dell’imposta di sbarco è facoltativa. Le tasse vengono applicate alle persone che alloggiano nelle strutture ricettive situate in località turistiche o Città d’arte o che sbarcano nelle isole. L’imposta di soggiorno va da 10 centesimi ad un massimo di 5 euro per notte di soggiorno (fa eccezione Roma dove l’imposta può arrivare a 10 euro per notte).

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