Petrolio, clima teso a Viggiano: “Total assume, Eni tiene tutti in cassa integrazione”

POTENZA – “Basta ammortizzatori sociali”. Eni sembra essersi “fermata” di colpo e un’intera regione rischia grosso.

Se Total rilancia e promette mille posti di lavoro entro la fine dell’anno, a Viggiano il clima è diventato pesante. Si iniziano a contare quelli che potrebbero non esserci più. L’allarme arriva da Giovanni Galgano, coordinatore Uil al Centro Oli valdagrino.

“Stiamo rischiando attraverso la riduzione delle attività – siamo intorno in molti casi al 60%70% – un nuovo disastro ambientale perché ridurre le attività di manutenzione e/o quelle ambientali significa mettere al rischio tutto un territorio, un’intera regione”. E’ uno dei passaggi più significativi dello sfogo duro indirizzato alla compagnia. In Val d’Agri la pandemia sta durando più a lungo che altrove. Non ci sono altre spiegazioni per giustificare il ricorso così marcato alla cassa integrazione. Questi gli interrogativi mossi dal sindacalista. “Tagli dei posti di lavoro: quanti contratti a tempo determinato non sono stati rinnovati o trasformati? Quanti lavoratori oggi vivono di ammortizzatori sociali e quanto incide tutto questo sulla loro vita? Perché Eni ha ridotto le attività, a prescindere da una prima fase legata alla pandemia, costringendo il sistema industriale ad attivare gli ammortizzatori sociali? Perché visto che il numero dei barili che vengono estratti sono sempre quelli? Perché allora la riduzione delle attività di servizio, di manutenzione?”. Da qui la richiesta al governatore Bardi di ripristinare il tavolo della trasparenza sulla Val d’Agri e di convocare i vertici del cane a sei zampe per chiedere un report dettagliato sullo stato occupazionale e sulle attività condotte. Sulla scorta del confronto in corso in Viale Verrastro con sindaci, sindacati, parti datoriali su Tempa Rossa.

Approfondimenti sull’edizione cartacea de “La Nuova del Sud”