Il punto di vista di Nino Grasso – Il dg “abusivo” da nove mesi trattenuto in servizio alla Regione senza uno straccio di atto ufficiale

Il punto di vista di Nino Grasso
Il dott Alfonso Morvillo, dg alla Programmazione della Regione, avrebbe dovuto lasciare l’incarico a fine ottobre 2023
Il dott Alfonso Morvillo, dg alla Programmazione della Regione, avrebbe dovuto lasciare l’incarico a fine ottobre 2023 per raggiunti limiti di età. Ma con una semplice lettera del capo di gabinetto, Michele Busciolano, egli rimarrà al proprio posto per almeno altri tre mesi

L’inserimento di 18 nuovi dirigenti in una macchina regionale al momento governata solo da 21 figure apicali, rispetto alle 73 unità di vertice previste dalla pianta organica, rappresenta un’occasione ghiotta ed irripetibile per il generale Vito Bardi, e il suo Stato Maggiore, per rafforzare la catena di comando. La cui efficienza, nella legislatura appena trascorsa, avrebbe risentito dell’assenza di una forza intermedia “fidata” tra il grosso dell’esercito rappresentato da impiegati e funzionari, da un lato, e la ristretta cerchia dei direttori generali provenienti per lo più da fuori regione, dall’altro.

Con buona pace degli alleati vecchi e nuovi – da Fratelli d’Italia a Azione e Italia Viva – che si erano illusi di poter depotenziare il «cerchio magico» presidenziale, mettendo in agenda la revisione della “pieni poteri” e l’allontanamento delle figure più ingombranti viste in azione negli ultimi anni (da Michele Busciolano a Gianpiero Perri e Vito Iorio), il governatore di Forza Italia appena riconfermato s’è premurato di mandare un messaggio preciso, facendo accelerare le prove d’esame del concorso per 18 dirigenti, rimasto in naftalina per quasi due anni.

E guarda caso tirato fuori dal cassetto ancora prima di mettere mano alla nuova giunta regionale.

A riprova di una urgenza “sospetta” che la dice lunga sull’assenza di ogni freno inibitore da parte del generale di Filiano e dei suoi «sottopancia» di Palazzo.

Si legga, a riprova di ciò, sul sito della Regione, la risposta irridente, da vera e propria presa per i fondelli, che il presidente Bardi ha riservato martedì scorso ai sindacati di categoria di Cgil-Cisl-Uil, oltre che alla Direr e ai tre consiglieri regionali del Pd (Marrese, Cifarelli e Lacorazza) che s’erano detti preoccupati (e indignati) per il preavviso di soli 15 giorni concesso ai candidati, attraverso un avviso pubblicato unicamente sul sito della Regione e su quello del Formez. Oltre che per l’accorpamento in un’unica giornata, a distanza di poche ore l’una dall’altra, delle due prove scritte. Il tutto in piena estate. E in assenza di altre comunicazioni preventive dirette agli interessati, molti dei quali probabilmente assenti dal servizio (e da casa) per ferie.

Mostrando di avere qualche difficoltà ad articolare una risposta lessicalmente coerente, prima ancora che convincente e plausibile nei suoi contenuti, il generale Bardi – o chi per lui ha scritto la nota di replica rivolta, come dicevamo, a sindacati e consiglieri regionali di opposizione – ha esordito così: «Raccolgo con attenzione le segnalazioni relative alle procedure del concorso in fase di svolgimento…».

Salvo poi aggiungere: «Non posso e non intendo interferire sulla determinazione dei calendari…»

Il tutto accompagnato dal ridicolo (come definirlo altrimenti?) «monito costante agli uffici competenti» volto a «garantire, oltre alla perfetta legittimità e trasparenza, la più adeguata serenità per i concorrenti nello svolgimento delle prove di concorso».

Come si vede, Vito Bardi ormai può dire e fare quello che più gli pare.

Imbaldanzito dalla fiducia degli elettori lucani che i suoi stessi supporter, prima delle elezioni di aprile, vedevano a rischio. Fiducia della quale egli deve ringraziare in prima istanza i vertici nazionali del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, rilevatisi sciaguratamente bravi nel fare harakiri, il governatore appena riconfermato sembra non temere più nulla. Nemmeno quegli organi di controllo dello Stato che in altre stagioni della politica lucana hanno rappresentato il giusto deterrente ad un uso disinvolto e cinico del potere.

Lo abbiamo già denunciato nei giorni scorsi. E torniamo a farlo oggi, dopo aver acquisito (fotografandoli) alcuni documenti “riservati”, di cui pure si favoleggiava da mesi negli uffici di via Verrastro, ma di cui non eravamo mai riusciti ad entrare in possesso.

Ci riferiamo, in particolare, alla lettera a firma del capo di gabinetto della Presidenza della giunta regionale, Michele Busciolano, trasmessa a mezzo “pec” alle ore 13,04 del 28 giugno 2023 alla Direzione generale del Cnr, nelle persone del dott. Giuseppe Colpani, della dott. Annalisa Gabrielli e del dott. Luigi Raimondi. Lettera preceduta venti giorni prima (vedi pec datata 8 giugno 2023 delle ore 12,57) da una comunicazione a firma del dirigente dell’Ufficio Risorse Umane, Alfonso Marrazzo, indirizzata sempre al Consiglio Nazionale delle Ricerche, piazzale Aldo Moro n. 7, Roma.

Entrambe le missive riguardano il dott. Alfonso Morvillo, il direttore generale alla Programmazione assunto in Regione, a tempo determinato, con contratto triennale, il primo novembre del 2021, dopo essere stato posto in «aspettativa», senza assegni, dal Cnr.

Stiamo parlando – si sarà capito – di uno dei Dg del cerchio magico presidenziale. Il direttore generale che è considerato il deus ex machina della stagione concorsuale in atto alla Regione Basilicata. E della pratica che riguarda l’assunzione dei 18 nuovi dirigenti in particolare. Concorso, quest’ultimo, nell’ambito del quale il Dg alla Programmazione presiede ben due commissioni, in aperta violazione di quanto sancito dalle norme del codice civile.

Ebbene, stando alla documentazione in nostro possesso, il dott. Morvillo sarebbe una sorta di «abusivo» della pubblica amministrazione.

Perché da 9 mesi, da quando cioè ha compiuto 66 anni di età, limite massimo per la permanenza in servizio nelle schiere della Pa, egli continua ad occupare la poltrona di direttore generale alla Programmazione senza uno straccio di atto amministrativo riconducibile alla giunta regionale di Basilicata o allo stesso Consiglio nazionale delle ricerche. Non c’è una delibera o una determina, che sia una. Se non appunto un inutile pezzo di carta, rappresento dalla sopra citata lettera a firma del capo di gabinetto, Michele Busciolano, che riconferma semplicemente la scadenza del contratto a suo tempo sottoscritto con la Regione Basilicata dal dipendente del Cnr in aspettativa. Vale a dire: 31 ottobre 2024.

Si noti la data. Non deve essere casuale, viene da sospettare, l’accelerazione del concorso per dirigenti, le cui prove d’esame sono in pieno svolgimento in queste ore.

Mancano poco più di tre mesi all’uscita di scena di Alfonso Morvillo. E dal momento che dopo i due scritti (volutamente raggruppati in un’unica giornata per guadagnare tempo) bisognerà aspettare almeno 20 giorni prima di procedere con le prove orali, forse la «fretta» manifestata dal Formez, su input di via Verrastro, risponde proprio alla necessità di avere precise figure di riferimento sulle quali contare per l’individuazione dei vincitori.

Segnaliamo, nel frattempo, a chi di competenza, che il curriculum del Dg alla Programmazione non è più consultabile sul sito della Regione. Alla faccia dell’amministrazione “trasparente”. Quella stessa «trasparenza» di cui il presidente Bardi è solito riempirsi la bocca. Senza però fare nulla per passare dalle parole ai fatti.

Nino Grasso

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