Basilicata a grandi passi verso il deserto: nel 2100 ci saranno appena 342.000 residenti

POTENZA – Giovani che fuggono, meno nascite, tanti over 65 molti dei quali lasciano anche la Basilicata per raggiungere i figli all’estero. Non c’è statistica che non metta in evidenza un fenomeno in moto da anni e che non accenna ad arrestarsi: lo spopolamento. L’emorragia di abitanti – per la verità – non è solo un tema lucano o del Sud Italia. Nelle regioni del Mezzogiorno, però, la mancanza di lavoro ha decisamente spopolato interi centri. Le aree interne continuano a soffrire di un progressivo spopolamento negli ultimi decenni. Ad aggravare stime ed allarmi rossi, ci sono le proiezioni dell’Eurostat sulla demografia della popolazione europea che indicano un futuro preoccupante per la popolazione italiana al 2100. La Basilicata – che conta 541mila abitanti al 31 dicembre 2021 – avrà una popolazione di poco più di 342mila residenti.

Un dato in linea con la tendenza all’invecchiamento e alla riduzione dell’Italia e che tra le province di Potenza e Matera conterà differenze percentuali rispettivamente del 43,7% e del 30,5%. È necessario prendere in considerazione questa tendenza e adottare politiche e strategie adeguate per far fronte a questa situazione e garantire un futuro sostenibile per le generazioni future – è il monito – affinché l’Italia non sparisca come la conosciamo oggi. Nel 2100 – infatti – rispetto al 2022 l’Italia avrà 8.835.609 cittadini in meno, di cui 3.382.337 maschi e 5.453.272 femmine. Gli italiani saranno più vecchi in media di 5 anni (+5,3 i maschi e +4,8 le femmine) e con una speranza di vita alla nascita di 89,9 anni per i maschi (+8,8) e di 93,5 anni per le femmine (+8). Eurostat nelle sue proiezioni demografiche per l’Europa, mostra per l’Italia una forte tendenza all’invecchiamento e alla riduzione degli abitanti, sicuramente con maggiori bisogni sanitari, visto che i dati indicano anche una maggiore dipendenza degli over 65 rispetto alla fascia di età 15-64 anni: saranno il 26,7 per cento in più nel 2100 a essere “dipendenti” rispetto sempre al 2022. Un quadro che rende ancora più evidente la necessità di sviluppo di un’assistenza alla popolazione più anziana e, visto l’indice di dipendenza in aumento, anche dell’assistenza domiciliare. Eurostat nei suoi dati indica anche la situazione a livello provinciale e lo fa dal 2019, ultimo anno pre-Covid.

(Maggiori approfondimenti sull’edizione odierna de “La Nuova del Sud”)