La sentinella del Basento
Bernalda, amena cittadina affacciata sulla valle del Basento, a pochi chilometri dalla costa jonica, oltre i confini regionali è diventata nota soprattutto per aver dato i natali al nonno del regista italo-americano Francis Ford Coppola.
In una piazza del centro storico, di fronte alla chiesa madre, si trova uno dei castelli meglio conservati della Basilicata, vero gioiello del paese.
“L’insediamento – spiega Vittorio Roselli, esperto di storia locale – è stato datato nel 1497, ma la struttura originaria, di forma quadrata, contraddice questa tesi. In base alle caratteristiche architettoniche si può sostenere che risalga a un’età quanto meno tardo-romana”.
La posizione scelta, com’era comune in passato, era strategica dal punto di vista militare, a protezione del vicino porto di Metaponto e comunicante con gli altri avamposti nelle vicinanze.
Nel corso degli anni la fortificazione ha avuto parecchi rimaneggiamenti, fino alla struttura attuale, dotata di tre torri – tutte di epoche diverse – e a pianta rettangolare.
Da fortezza, il castello è poi divenuto residenza nobiliare. Nel secolo scorso, quando ad abitarci erano i Caruso, la famiglia di Grazia e Vincenzo Puntillo vi prestava servizio. E oggi quegli ambienti riprendono vita nei loro racconti: “Mamma sapeva ricamare – ricorda Grazia – gliel’avevano insegnato le suore in collegio. Donna Assunta le chiese di realizzare il corredo per le figlie e da quel momento ha cominciato a frequentare il castello. Io ero sempre dietro di lei, curiosa di entrare nelle stanze, osservare gli oggetti… Desideravo tanto avere una bella casa, la nostra era molto piccola”.
Erano tempi di povertà dilagante, in cui ci si accontentava di poco: “Il primo bagno in una vasca l’ho fatto qui – prosegue emozionata Grazia. Noi ci lavavamo una volta ogni tanto, in un tino, con la stessa acqua usata in precedenza per i panni. Entrare in una vasca per me è stato come vivere un miracolo, una favola, una cosa bella”.
Vincenzo ci strappa una risata. Quanti di noi, da bambini, si sono cacciati nei guai per recuperare un pallone? “Mio fratello – dice – lo spediva puntualmente sul balcone del palazzo. Nella colonna c’erano dei buchi che usava per arrampicarsi e riprenderlo. Allora arrivava la figlia più piccola del padrone: ‘Disgraziato!’, gli urlava contro. Lui buttava giù il pallone e poi scendeva con un salto, facendo un
gesto un po’ particolare… E lei si lamentava con mamma: ‘Ma come devo fare con tuo figlio? Sale qua sopra e mi fa il gesto dell’ombrello!’”.
Oggi il castello è destinato a usi molto diversi. Vi si organizzano mostre d’arte, conferenze di vario tipo, matrimoni, eventi e rievocazioni storiche. Maurizio Galante, a capo di un’associazione che si occupa di curarlo e aprirne le porte al pubblico, ci parla dei progetti futuri: “L’amministrazione ha in cantiere iniziative come il museo del cinema e la pinacoteca, in fase di evoluzione. Speriamo che questo percorso
continui e che sia importante per la nostra comunità, per creare turismoturismo e far conoscere le nostre bellezze”.