POTENZA- Tredici lunghi anni. E’ la cronologia che ha tenuto le “mani” della Regione legate dai derivati.
Contratti stipulati con le banche che impongono a chi li sottoscrive di scambiarsi somme di denaro. In questo caso la Regione da un lato e le due banche contraenti dall’altro, Dexia Crediop e Ubs Investement con i quali l’amministrazione di viale Verrastro nel giugno del 2006 ha sottoscritto due interest rate swap gemelli, i derivati per l’appunto.

“La manifestazione demoniaca di finanza deviata” li definì in quegli anni l’ex ministro Tremonti. Di fatto una scommessa finanziaria costata alle casse della Regione 51 milioni di euro. La cui esecuzione si è protratta fino al 2019. Un danno erariale per la Corte dei Conti che oggi, a contratti scaduti, ha emesso dieci inviti a dedurre nei confronti di intermediari bancari, funzionari e dirigenti, membri e presidente della giunta pro-tempore, per profili di responsabilità amministrativa ipotizzati in ordine ai suddetti strumenti sottoscritti dalla giunta guidata dal presidente Vito De Filippo. II ricorso a tale strumento ha generato flussi differenziali negativi per 48.777.131,99 euro e costi impliciti per 2.406.611,78 euro, per un danno erariale ipotizzato complessivamente pari a 51.183.743,77 euro.
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di Mara Risola