VIGGIANO – E’ scontro aperto tra le sigle sindacali dei metalmeccanici ed Eni.
Quella di ieri potrebbe essere soltanto la prima di una serie di divergenze che potrebbero accumularsi in Val d’Agri in futuro se le posizioni dell’una o dell’altra parte non varieranno. Ieri sciopero di un’ora su tre turni davanti al Centro Oli di Viggiano da parte di Fim, Fiom e Uilm a causa delle ripercussioni generate dalla “illegalità” riscontrata nella “filiera degli appalti”.

Tredici lavoratori della Ram Meccanica sono stati infatti collocati in cassa integrazione. E, a parere delle organizzazioni sindacali, Eni avrebbe raggirato il patto di sito, assegnando quelle attività ad una nuova società, che a sua volta, starebbe impiegando manodopera esterna. “Investiremo del problema – avvertono le tre sigle – anche Cigl, Cisl e Uil del problema affinché si possa convocare un tavolo regionale con Eni per capire i risvolti di questa filiera degli appalti”. Di presidi, a breve, non dovrebbero essercene più. “Attendiamo fiduciosi se arriverà o meno qualche convocazione, dopodiché in caso di negazione metteremo in campo altre azioni. La Regione – implorano – convochi Eni come da protocolli di intesa”. A preoccupare sarebbe, inoltre, l’impatto che in prospettiva la “delegittimazione delle regole contenute nel patto di sito” provocherebbe sulla testa di un migliaio di lavoratori dell’indotto. “Ma il problema – aggiungono infatti Fim, Fiom e Uilm – rischia di diventare complessivo, perché se si mette a rischio il patto di sito attraverso la logica dell’appalto diretto da parte di Eni si mette in discussione anche il sistema di lavoro nell’indotto del centro oli. E si rischia un’esplosione sociale. Ci ritroveremo con dei contenitori vuoti ed altri con attività svolte da lavoratori che non riguardano il patto di sito. Quello cioè che sta effettivamente succedendo alla Ram Meccanica”.
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di Michelangelo Russo