Lucani primi in Italia per emigrazione sanitaria, primato nero alla Basilicata dalla Fondazione Gimbe

POTENZA – In contemporanea con l’avvio al Senato del ddl sull’Autonomia differenziata, la fondazione Gimbe ha diffuso il report sulla mobilità sanitaria interregionale nell’estremo tentativo di mettere in guardia sullo smantellamento di un servizio sanitario unico del Paese.

La Basilicata si conferma la terra dei ‘viaggi della speranza’ e di migrazione alla ricerca di cure, prestazioni e servizi sanitari che da noi non è possibile ottenere. Gimbe attribuisce alla Basilicata il ‘primato’ in Italia per la spesa pro-capite più elevata dovuta alla migrazione sanitaria: oltre 220 euro a lucano che scende a 154 euro pro-capite solo per effetto dei servizi che i nostri ospedali garantiscono a pazienti extraregionali (pugliesi, campani e calabresi). I conti per il sistema sanitario lucano, al 2021, sono pesanti: i debiti della Basilicata nei confronti delle Regioni dove sono localizzate le strutture che accolgono i nostri cittadini ammontano a 128,3 milioni di euro; i crediti raggiungono i 44,8 milioni, con un conto finale che per la prima volta negli ultimi anni raggiunge 84,5 milioni.

“La mobilità sanitaria – spiega Nino Cartabellotta, presidente fondazione Gimbe – è un fenomeno dalle enormi implicazioni che riflette le grandi diseguaglianze nell’offerta di servizi tra le varie regioni e, soprattutto, tra il Nord e il Sud. Una ‘frattura strutturale’ destinata ad aggravarsi con l’autonomia differenziata, che in sanità legittimerà normativamente il divario Nord-Sud”. Per Cartabellotta dunque “risulta ai limiti del grottesco la posizione dei presidenti delle Regioni meridionali governate dal centro-destra, favorevoli all’autonomia differenziata. Una posizione autolesionistica che dimostra come gli accordi partitici prevalgano sugli interessi della popolazione”.