Potenza, dopo il nubifragio la conta dei danni: scale mobili chiuse e strade “bombardate”

POTENZA – Per quanto sia stato un evento di portata eccezionale, racchiuso in un’ora circa di orologio, la domanda che più spesso ricorre in queste ore tra i cittadini e i pendolari che si trovano quotidianamente a vivere il capoluogo è: “Potenza si può ridurre così?” Una domanda con la quale dovrà subito fare i conti l’amministrazione Guarente, attesa proprio oggi dalla proclamazione degli eletti. Dopo il nubifragio con annessa grandinata, di martedì pomeriggio, facendo un giro in macchina, a tratti sembra di trovarsi in una città uscita da un bombardamento. Pezzi di asfalto completamente sollevati dal manto stradale come blocchi di cioccolato. Crepe lungo arterie da poco riasfaltate e strade chiuse per via di infiltrazioni d’acqua abbondantemente segnalate nelle scorse settimane, come nei pressi della rotonda che conduce all’ospedale San Carlo. E c’è chi avanza dubbi sulla qualità, sullo spessore dell’asfalto utilizzato e sulla messa in posa a una temperatura inferiore ai 170° C. Anche il ricorso eccessivo al cemento in città può avere il suo peso a giudizio dell’opinione pubblica. Fa riflettere però come i tg nazionali non abbiano dato spazio al nubifragio di martedì pomeriggio. Intanto sotto il peso delle precipitazioni un muro ha ceduto in viale Marconi nei pressi dell’imbocco di Ponte Musmeci con ripercussioni per un’arteria tra le più trafficate e rampa di accesso chiusa per interventi al muro di sostegno. Diversi i negozi e i bar in viale del Basento e in via della Tecnica che hanno dovuto chiudere al pubblico causa allagamenti.

 

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di Alessandro Panuccio