Potenza: parla il signor Giura, vittima di una rapina. “Nessun politico è venuto a stringermi la mano”

POTENZA – Sono passati poco più di due mesi da quel tremendo martedì 2 aprile quando Giuseppe Giura, titolare della tabaccheria di via Angilla Vecchia, al rione Santa Maria del capoluogo, subì la violenta rapina che lo ha segnato profondamente. A distanza di tempo per lui e la sua famiglia niente è più come prima. Qui lo hanno trovato riverso per terra e privo di sensi, con il locale sottosopra e gli operatori del 118 lo hanno portato in ospedale. “E’ come se ogni mattina mi trovassi a cavalcare un’onda gigantesca che ti può buttare giù nel profondo mare o sospingere a riva…” cerca di descrivere lo stato d’animo e l’insicurezza quotidiana. La porta della tabaccheria è sempre aperta anche se nei primi giorni la sera per chiudere l’attività arrivavano amici a fargli compagnia. “Sono cambiato – dice – e scarico la mia tensione su mia moglie e mia figlia perché lo shock non è certo superato…”. Lui li chiama “effetti collaterali” e li descrive come cambiamento di umore, irascibilità, atteggiamento di sfiducia nei confronti del cliente non abituale che entra in tabaccheria. “Mi alzo la mattina con un chiodo fisso: come andrà la giornata?”. Giuseppe avverte due assenze che, su tanti fattori ancora nella sua mente, continuano a pesargli come un macigno: quella di un supporto psicologico e quella delle istituzioni.

 

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di Arturo Giglio