Regione Basilicata sempre in causa. Nel 2020 oltre 170 le costituzioni in giudizio

POTENZA – Se ne parla poco. Ma il problema è esplosivo per le casse della Regione Basilicata. Da quando la gestione della complessa macchina è passata nelle mani di amministratori vocati più a dire che a fare, il contenzioso è aumentato a dismisura. Segno evidente del pressappochismo, per non dire dell’incompetenza e della presunzione dilagante che connotano i comportamenti di una Giunta regionale, poco attenta alle norme e alle leggi. Il metodo che ormai è diffuso in Regione è la compressione della legalità, con il conseguente percorso obbligato per i cittadini a rivolgersi alla Magistratura ordinaria o al Tribunale Amministrativo per avere giustizia. Si approvano leggi regionali platealmente irrispettose verso l’osservanza di principi generali di livello statale, nella piena consapevolezza che saranno poi bocciate dal Governo, ma intanto si va avanti con la loro applicazione.


Si danno pareri sulla scorta di leggi sballate, tanto gli interessati andranno al Tar e avranno ragione. Ma intanto per mesi e mesi si è agito con una bussola errata. Sempre a spese dei cittadini. Insomma, un contenzioso che la dice lunga sulla capacità di osservare norme e leggi da parte dei nuovi amministratori e di dirigenti compiacenti. Nel 2020 sono state approvate 170 delibere di costituzione in giudizio. Il numero è leggermente inferiore sia al numero relativo al 2019 (183 delibere) ma di gran lunga inferiore al 2018 (215 costituzioni). Ciò significa che il contenzioso è proporzionale alle attività che si mettono in campo: più gare fai, più bandi fai e più si genera contenzioso. Notevole comunque è anche il contenzioso relativo al personale, ai pignoramenti e quello attivato presso i Giudici di Pace per i danni da fauna selvatica. 
Nel 2020 il contenzioso per tipologia non è poi variato granché….

Testo integrale sull’edizione di oggi de La Nuova del Sud