POTENZA- Non è stata una scelta, ma un obbligo. La Regione ha dovuto ridurre lo stipendio dei direttori generali delle aziende e degli enti del servizio sanitario regionale. Glielo ha imposto la Corte dei conti che fin dal 2015 ha avviato una estenuante corrispondenza per indurre l’ente regionale ad osservare la legge nazionale che obbliga da anni la decurtazione del 20 per cento del compenso. Lo stipendio dei direttori generali della sanità lucana è stato oggetto di una lunga e complessa trattativa. Tanto che i nominati sono stati sul punto di rinunciare all’incarico perché la Regione non voleva in alcun modo assecondare le loro esose richieste. Dopo la firma del contratto è intervenuta la Corte dei conti che, anche in sede di parifica del rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2015 aveva obbligato l’ente ad apportare la riduzione del 20 per cento come previsto dal decreto legge n. 112 del 2008. Nel 2003 lo stipendio dei manager della sanità era di 139mila euro, tranne al Crob e Asl di Venosa che era di 136mila euro e dell’Asl del Lagonegrese attestato sui 133mila euro. Gli anni migliori sono stati il 2007 e il 2008 quando i compensi salirono ad oltre 150mila euro, con punte (come al San Carlo di 170mila euro). Ora la scure della Corte ha tagliato i compensi portandoli a poco più di 123mila euro l’anno.
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