POTENZA- La cronaca giudiziaria con l’inchiesta della Dda di Potenza.
Nel mirino degli inquirenti presunti affari illeciti consumati all’ombra della sanità lucana. Il gip Antonello Amodeo e il pm Vincenzo Montemurro stamane in carcere per interrogare Francesco Piro, capogruppo dimissionario di Forza Italia in Consiglio regionale. Secondo l’accusa Piro avrebbe ridotto il suo incarico politico ad un mercimonio elettorale per sostenere la candidatura a sindaca di Lagonegro di Maria Di Lascio, poi effettivamente eletta nel 2019 e garantirsi il più ampio sostegno in vista di una candidatura alle Politiche inizialmente previste per il 2023 ma poi anticipate allo scorso 25 settembre dopo la conclusione anticipata della legislatura.
Leone, Piro e Cupparo
Tra martedì e giovedì toccherà alle altre quattro persone raggiunte da misura cautelare: la sindaca di Lagonegro Maria Di Lascio (ai domiciliari), l’assessore regionale Franco Cupparo e l’ex titolare della sanità ora consigliere Rocco Leone, per i quali c’è l’obbligo di dimora, tutti e tre sospesi per effetto della legge Severino. Infine il dg del san Carlo Giuseppe Spera per cui è scattato il divieto di dimora a Potenza.
Durante l’interrogatorio Piro ha risposto a tutte le domande, con il suo difensore, l’avvocato Sergio Lapenna che in merito alla principale accusa, quella di corruzione, ha evidenziato: “Dal mio assistito non c’è stato alcun atto corruttivo ma soltanto delle raccomandazioni”. La difesa ha presentato richiesta di revoca della misura cautelare in carcere: “Se questo avverrà – ha detto ancora Lapenna – non andremo al Riesame”
(Maggiori dettagli sull’edizione cartacea e digitale di martedì 11 ottobre de “La Nuova del Sud”)