Tre volti lucani della Liberazione immortalati nei ritratti di Michele Miglionico

POTENZA – Ricordare e commemorare la Liberazione attraverso l’arte. E’ quanto ha fatto Michele Miglionico, già sindaco di Satriano, attraverso la sua passione: il disegno. Una ricorrenza quella del 25 Aprile, pregna di storia e significato per il nostro Paese. Il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, in questo giorno del 1945 annunciò l’insurrezione generale nei territori ancora invasi dai nazifascisti. Impose a tutte le forze di attaccare e fare arrendere le truppe di fascisti e tedeschi. “Di questo pezzo di storia, triste e sanguinoso, hanno fatto parte molti uomini e donne, partigiani, della nostra terra”, sottolinea Miglionico. Tra i tanti lucani che si sono battuti per la libertà, ci sono:

Pietro Amato Perretta. Egli nacque a Laurenzana, un piccolo paesino della provincia di Potenza, nel febbraio del 1885. Il papà di Pietro, Fortunato Perretta, prese parte all’insurrezione Lucana già nel 1860 e, come componente della Legione Lucana, partecipò alla presa di Capua. Pietro finì gli studi, laureandosi in giurisprudenza nel dicembre del 1906, a soli 21 anni. Sempre volenteroso e fattivo si adoperò per fare subito carriera e nel giugno del 1909 giunse secondo al concorso in magistratura, poi nell’aprile, del 1910 ebbe l’incarico di giudice aggiunto nella Procura di Napoli. Qualche mese dopo Perretta sposò Gemma De Feo, parente del senatore Giuseppe Vacca, poi Ministro di Grazia e Giustizia. Pietro e Gemma crearono una bella famiglia numerosa, quattro figli : Lucio, Fortunato, Vittoria e Giusto Ultimo.

Bruna Dradi . Partigiana combattente, capo nucleo di 9 uomini, è stata la prima donna, partigiana, nella storia della Repubblica Italiana e a ricevere il grado di sergente. Figlia di una famiglia di antifascisti, le insegnarono da piccola a difendere la pace. Il suo papà giustiziato dal plotone d’esecuzione per essersi rifiutato di sparare al nemico. Il dinamismo nel mondo partigiano, portarono Bruna a rischiare la vita molto spesso. Nel 1950 Bruna, per incarico del Partito Comunista, fu mandata in Basilicata, col fine di dar vita al movimento delle donne, al momento ancora inesistente in Lucania, terra dove le condizioni di vita erano in quegli anni dure e faticose. Superando enormi pregiudizi, riuscì a stimolare e sensibilizzare molte donne, incoraggiandole a lottare per i loro diritti.

Nicola Panevino. Originario di Carbone, si laurea in Giurisprudenza all’Università Federico II di Napoli, entra in magistratura nel 1942, a soli 32 anni e si trasferisce come giudice al Tribunale di Savona. Con il nome “Silva”, partecipa alla fondazione di brigate partigiane in Piemonte. Il 14 dicembre 1944, viene arrestato dai militi della San Marco mentre sta rientrando a casa. Rinchiuso nel carcere di Savona, interrogato, torturato e riconosciuto da una spia, nel marzo del 1945 viene portato insieme ad altri reclusi nei pressi del cimitero di Cravasco. Lì saranno fucilati in quello che viene ricordato come l’eccidio di Cravasco.

“Questi sono tre brevi profili di partigiani Lucani che hanno contribuito a liberare il nostro Paese dal Nazifascismo e hanno ridato alle generazioni successive la libertà e la democrazia- evidenzia Miglionico -Proprio in questo momento particolare di pandemia mondiale, la libertà limitata, impostaci dalle regole per la prevenzione al diffondersi del virus, fa comprendere a tutti noi l’importanza e la grandezza della libertà. E’ proprio in queste lunghe giornate di permanenza forzata in casa che ho ritrovato la passione del disegno e tra i tanti ritratti realizzati “ai tempi del Corona virus”, ho voluto ricordare tre personaggi Lucani che hanno sacrificato la propria vita per donarne una migliore agli altri.”