MILANO – Rapporti sessuali con escort e prostitute offerti, anche gratuitamente, in cambio di favori, sui quali sono ancora in corso una serie di accertamenti investigativi. E’ questa l’ipotesi emersa a carico di un finanziere lucano dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, Alessandra Di Fazio, che ieri mattina ha portato agli arresti domiciliari Stefania Nobile, la figlia di Wanna Marchi e Davide Lacerenza, il suo ex compagno, titolare della “Gintoneria”, locale vip di Milano. Secondo le indagini i due, insieme ad un factotum, Davide Ariganello (a sua volta finito ai domiciliari) avrebbero procurato ragazze e droga ad una serie di clienti. I reati contestati, a vario titolo, sono autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Le misure cautelari disposte dal gip di Milano su richiesta della procura sono state eseguite dalla guardia di finanza che ha anche sottoposto a sequestro il locale notturno. Secondo quanto emerso dalle indagini, i clienti per avere rapporti con prostitute e consumare cocaina usavano un privè attiguo alla Gintoneria. L’avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Stefania Nobili, ha chiarito che a carico della sua assistita non ci sono contestazioni legate a fatti di droga e che l’accusa relativa allo sfruttamento della prostituzione le viene imputata “perché i proventi sono andati alla società di cui lei è ritenuta amministratrice di fatto”. Secondo gli inquirenti il riferimento al finanziere lucano emerge da un’intercettazione tra Stefania Nobile e Davide Lacerenza, telefonata in cui quest’ultimo, cita il nome del militare delle fiamme gialle che in quel momento si trova con lui dopo essersi intrattenuto con una giovanissima escort, poco più che maggiorenne. “E’ verosimile ipotizzare – scrive il gip nell’ordinanza – che il soggetto cui si fa riferimento nella predetta telefonata sia un militare della Guardia di Finanza, già emerso nel corso delle correnti indagini (il riferimento è a un’informativa datata 23 luglio 2024) che Lacerenza tiene in grande considerazione, offrendogli prostitute anche gratuitamente, verosimilmente, in cambio di favori in corso di accertamento”. E sarebbe stato sempre lo stesso finanziere, secondo gli accertamenti fin qui svolti, ad avvisare Lacerenza dell’esistenza di un’indagine a suo carico. Accertamenti investigativi che la procura aveva delegato proprio alle fiamme gialle che ieri mattina hanno fatto scattare il blitz per l’esecuzione delle misure cautelari. Dagli atti sembra quindi emergere una sorta di filone parallelo dell’inchiesta, con accertamenti ancora in corso, finalizzato a delineare nel dettaglio l’eventuale natura illecita del rapporto tra il finanziere lucano e l’imprenditore milanese. I fatti contestati ai tre indagati finiti ieri ai domiciliari sono tutti abbastanza recenti e abbracciano un periodo che parte dal 2023 per arrivare allo scorso mese di dicembre, epoca della richiesta di applicazione delle misure cautelari da parte della procura.